Siamo arrivati alle ultime ore del 2013.
Questi ultimi giorni sono andati per me in maniera un po’ diversa da come previsto, causa piccoli inconvenienti familiari, e l’inizio anno sarà un po’ “anomalo”, ma sono sicuramente dettagli. Il problema è che qui dove mi trovo non ho internet, se non attraverso il mio telefono aziendale, che chiamare smartphone è un’offesa agli Dei (che poi uno capisce perché il produttore di ‘sto coso sta fallendo…).
Per questo, avevo quasi deciso di lasciar perdere gli auguri di fine anno, ma poi mi sono reso conto che trascurare le tradizioni porta male, e quindi sto provando a scrivere direttamente sul telefonino, e chiedo scusa per ortografia e per formato grafico.
Il 2013 sta dunque finendo. Non è stato un anno brillante, soprattutto per noi come popolo e come Nazione. Sono molto preoccupato e pessimista, perché mi guardo in giro e vedo troppi segni simili a quelli che, i libri di storia ci insegnano, hanno in passato preceduto i momenti più bui della storia.
Ma lascio stare i consuntivi e i discorsi elevati. Li lascio al Capo dello Stato (il cui discorso di fine anno non ho mai seguito con particolare attenzione e che stasera seguirò contemporaneamente con tutte le televisioni e radio di cui dispongo).
Voglio invece essere ottimista e ricordare il 2013 con due eventi belli per la nostra piccola famiglia blogghistica:
Il primo è la nascita del bimbo che ha reso la piccola grande Lilla una super-nonna a tempo (quasi) pieno. ‘Sto pupattolo ci ha privati dei suoi post e delle sue cronache di ordinaria vita d’ufficio, ma è stato per una giusta causa e quindi lo si sopporta.
Il secondo è il matrimonio della carissima Susanna, alla quale auguro tanta felicità e fortuna, dopo tutta la malasorte che ha dovuto patire.
Del mio 2013 non ho molto da dire. Poteva essere un anno migliore – sono mancato ad alcuni appuntamenti, e alla mia età ogni occasione mancata è un’occasione persa – ma poteva anche essere molto molto peggiore, e quindi mi accontento.
Adesso comincia il 2014. Negli anni scorsi avevo talvolta lanciato una “parola d’ordine”, un proposito per l’anno nuovo (poi regolarmente disatteso).
Quest’anno ci riprovo, e il mio augurio per tutto il 2014 prende la forma di una forma verbale: esserci.
Mi sembra una parola abbastanza flessibile, che ognuno interpreti e faccia propria come vuole.
Potete considerarlo come esserci e basta, che già mi sembra un traguardo non scontato.
Potete considerarlo come esserci nella nostra piccola comunità, per continuare a ritrovarci e a scambiarci la nostra amicizia.
Potete considerarlo come esserci nei momenti importanti e nelle svolte della vostra vita, del vostro lavoro, della società civile.
Potete considerarlo come esserci per chi vi vuole bene, per chi ha bisogno di voi, per i vostri cari.
Insomma, in un modo o nell’altro… siateci!
Auguri di buon 2014 e, appena torno a avere un pc e un internet come si deve, ci si rivede.